Giovani e lavoro: quale futuro?

Ascolto, orientamento e formazione sono ciò di cui hanno bisogno i giovani per affrontare il passaggio al mondo del lavoro. Di questo si è parlato durante l’incontro “Giovani e lavoro: quale futuro?”, organizzato venerdì 3 dicembre presso il Centro Pastorale diocesano di Ancona. Dopo la Settimana Sociale dei Cattolici Italiani di Taranto su “Ambiente, lavoro, futuro. #tutto è connesso”, l’Ufficio diocesano per i Problemi Sociali e del Lavoro, in collaborazione con la Caritas e la Pastorale Giovanile, ha deciso di organizzare questo evento con alcuni esperti del settore per riflettere sulle prospettive future dei giovani nel mondo del lavoro. L’imprenditore Giordano Cantori, il direttore del Centro per l’impiego di Ancona Lorenzo Barucca e il presidente IAL CISL nazionale Stefano Mastrovincenzo, hanno sottolineato che «la chiave per aiutare i giovani ad individuare il proprio futuro professionale consiste nel fornir loro un percorso di orientamento efficace». Cantori ha detto che «vanno ripensate le metodologie che conducono i giovani a scegliere il loro percorso di formazione e poi quello lavorativo, partendo da soluzioni che guardino l’individuo e non sistemi standardizzati ormai non più attuali. Siamo in un cambiamento d’epoca e questo impone un approccio rinnovato, basato sulla persona, che tenga conto delle attitudini e delle inclinazioni personali dei giovani».

Lorenzo Barucca ha parlato «della dispersione scolastica che sta aumentando» e dell’importanza di «avere un titolo di studio per svolgere le professioni. I giovani hanno bisogno di orientamento e supporto per accedere al mondo del lavoro e il Centro per l’impiego di Ancona ha attivato una serie di servizi dall’orientamento al lavoro, all’assistenza». Stefano Mastrovincenzo ha ribadito che «è necessario intervenire a più livelli. Innanzitutto utilizzando gli strumenti che già ci sono. L’Unione Europea ci invita da tempo a fare apprendistati di qualità, ma in Italia sono poco utilizzati. Inoltre bisogna favorire lo sviluppo di una vera filiera professionalizzante, che neL nostro Paese al momento non c’è. In Germania ad esempio 800mila ragazzi frequentano gli istituti tecnici superiori, in Italia sono poco più di 20mila, quindi bisogna spingere molto sul segmento professionalizzante, anche perché le aziende richiedono professioni che non riescono a trovare in questo momento. Poi bisogna ridurre fortemente l’utilizzo di stage e tirocini curriculari e rafforzare l’accompagnamento nelle transizioni».

La conclusione è stata affidata a Mons. Angelo Spina che ha ringraziato don Bruno Bottaluscio e il direttore dell’Ufficio per i Problemi Sociali e del Lavoro Paolo Perucci. «Stiamo vivendo un cambiamento d’epoca – ha sottolineato l’Arcivescovo – e dobbiamo ridare dignità e valore al lavoro. La Chiesa ha a cuore i giovani e la prima cosa da fare è ascoltarli. Le parrocchie, gli oratori e la Pastorale Giovanile sono chiamati proprio a questo, ad ascoltare i giovani, e la diocesi propone anche forme innovative  e creative di lavoro, come il progetto “We at Co”». Durante l’incontro Marco Luchetti ha infatti presentato “We at Co”, un bando pluriennale rivolto ai giovani che intendono sviluppare un’idea imprenditoriale, ideato dall’Ufficio diocesano per i Problemi Sociali e del Lavoro, insieme alla Sezione di Ancona dell’UCID (Unione Cristiana Imprenditori e Dirigenti) e al Progetto Policoro. Le prime ventiquattro idee selezionate da una commissione di esperti potranno essere sviluppate nella sede di “We at Co” a Castelfidardo. Qui i giovani scelti parteciperanno a percorsi formativi che li aiuteranno a trasformare la loro idea innovativa in impresa.

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